lunedì 16 marzo 2020

Nel Caos.


Nel più profondo caos.
                Il caos provocato dalle mosche bianche si è rivelato una bazzecola rispetto a quello provocato successivamente  dalla nuvola informatica. Arrivò anche in questo caso, non si sa da dove, né come nè perché, una nuvola. Quella delle mosche era parsa di rugiada, questa era proprio una nebbiolina leggera. Sospesa nell’aria, persino profumata. Sembrava una cosa molto bella e tutti gli animali del bosco presero a respirarla a pieni polmoni. Non dava disturbi. Anzi!
                Ci volle del tempo perché ci si accorgesse degli effetti. Tutti gli animali, indistintamente, d’ogni specie e d’ogni luogo, lentamente cominciarono a perdere la memoria, poi gli istinti e quel po’ di ragionamento che madre natura consente anche ai non umani. Dire che perdevano è giusto sul piano individuale, sbagliato sul piano della realtà. In effetti nulla si perdeva ma tutto veniva assorbito nella nuvola. Gli animali non avevano bisogno di nessuna forma di pensiero perché a pensare era la nuvola, che all’inglese prese il nome di Cloud. Non era più necessario ne ricordare né pensare a cosa fare perché l’unico istinto, rimasto agli animali era quello di chiedere al Cloud,  e la nuvola ricordava e pensava e quindi decideva per loro.
                Invece che continuare a surfare, stando in equilibrio sulla cresta dell’onda, come inutilmente aveva continuato a consigliare, con una bella e poetica metafora il gufo, ci si era lasciati andare e si era finiti nel caos dei flutti, o, fuori di metafora, ancor peggio nella quiete della nuvola. Peggio perché nel caos dei flutti, l’istinto di sopravvivenza porta a cercare di nuotare per salvarsi. Ceduto il cervello al Cloud, gli animali erano finiti in una pace assoluta, molto simile però alla pace della morte.
                Con quale morale si può chiudere la favola? Si potrebbe ricorrere ancora al prof. De Toni, ma più che a sapere la morale della favola il lettore di sicuro  è interessato a sapere il seguito. Ma per questo dovrà attendere la favola successiva. A domani!....


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