sabato 30 luglio 2011

La Resistenza in Carnia.

Di solito mi occupo di leggende, perché sono finito ad interessarmi di storia, e per di più di un tema ancora scottante come quello della Resistenza in Carnia? Perché ho un debito verso questa storia! Ne sono stato anch’io, a mio modo, protagonista. Nel ’44 avevo un anno. Mia madre ha attraversato il Rest per recuperare qualcosa da mangiare in pianura per se, per potermi allattare, e per me che mi stavo forzatamente svezzando. Quando è rientrata, i partigiani del mio paese (non i tedeschi o i cosacchi!) le hanno preso la gerla con le cose che avrebbero dovuto servire a me. E per punizione, perché per amore di suo figlio aveva infranto gli ordini per i quali sarebbe stato necessario “affamare la Carnia perché si ribellasse”, i partigiani (non i tedeschi!) le hanno tagliato i capelli…
Mio padre invece, con qualche breve interruzione, aveva passato dieci anni lontano da casa, impegnato a seguire i sogni di gloria di Mussolini. Si fregiava d’una croce di guerra per la conquista di Addis Abeba e di una medaglia di bronzo per essere finito congelato sul Golico in Albania. Fu la sua fortuna! Non la medaglia ma il congelamento! Non fu infatti considerato abile per poter partecipare alla "gloriosa" spedizione della Jiulia in Russia. Era quindi rientrato in paese, e fu così reclutato a far parte, obbligatoriamente, della Guardia Territoriale. Mentre i “patrioti” in una casa del paese se la spassavano a gozzovigliare con tutto ciò che avevano requisito, egli, affamato, dopo aver lavorato tutto il giorno, doveva fare la guardia per evitare che il bivacco dei partigiani fosse disturbato da qualche improvvisata di quei bastardi di tedeschi e di quei disgraziati di cosacchi.
Se la storia mia e dei miei fosse un caso isolato, non varrebbe la pena di parlarne, potrebbe restare un mio fatto privato. Ma è stata la storia non scritta di sessantamila carnici nella Resistenza, mentre la storia l’hanno scritta i duemila che hanno approfittato della Resistenza, chi per farsi un nome, chi per farsi delle vendette, chi semplicemente per imboscarsi e poi trarne vantaggio alla fine…
Ora, siccome quei due poveri cristi dei miei genitori si sono anche sacrificati per mettermi nelle condizioni di saper scrivere, e siccome i miei non sono altro che il campione di tutti quei genitori che hanno subito la Resistenza in Carnia, e che alla fine della guerra hanno dovuto prendere la valigia per la Svizzera o per la Francia, mentre ì “resitenti” trovano la possibilità di venir raccomandati per un posto di lavoro in loco, mi sento il dovere di dar loro voce, per raccontare la loro storia della Resistenza, per certi versi molto diversa purtroppo da quella che è diventata la storia ufficiale….(continua)