giovedì 28 gennaio 2016

Dove è nato Marco Polo? Tra gli storici la discussione è aperta.
L'autore invece pare non aver alcun dubbio! E' nato nel castello di suo nonno, ove c'è ora il cimitero di Fusea e Cazzaso alle falde del monte Diverdalce in Comune di Tolmezzo Provincia di Udine.
Qui è ritornato per raccontare al nonno l'avventura della scoperta della Cina. Il nonno ha fedelmente trascritto il racconto e che l'autore ha ricopiato e dato alle stampe.


Il romanzo sulla vita di Marco Polo nato a Cazzaso di Tolmezzo

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Dalla geologia (per bocca di Mussolini!) (sic!) una conferma al romanzo.

         Correva l’anno 1907. Correva, per modo di dire. Per il maestro Mussolini, costretto dal bisogno a fare il maestro a Tolmezzo, non correva affatto. Non vedeva l’ora finisse l’anno scolastico per poter abbandonare un paese che non gli piaceva a motivo dei suoi abitanti. Si sentiva come soffocato dal miasma dell’invidia che copre la conca tolmezzino. Impedito a muoversi in un ambiente culturale caratterizzato dalla maldicenza, dall’idea che la propria crescita può avvenire solo a danno degli altri. Tra gente abituata a misurarsi non per quanto si è cresciuti, anche con il concorso degli altri, ma per quanto si è riusciti a rimpicciolire gli altri.
         Non si rincorrevano veloci le giornate, l’una sull’altra, al contrario si snocciolavano in una successione lenta. Sfibrante l’attesa che su ogni giorno calasse finalmente la sera! Per sua fortuna il maestro aveva trovato un ambiente più accogliente nella frazione di Cazzaso. Ove aveva anche imbastito una bella storia d’amore con tale Polo Domenica, domiciliata nei casolari di Durànc a mezza strada tra Fusea e Cazzaso.
         Stava trascorrendo con lei le vacanze di Pasqua. Cadeva in quell’anno  il 31 marzo e l’anticipo a marzo della festa, pareva avesse anticipato la primavera. Se ne stavano a godere il primo tiepido solo sui prati sopra il casolare, quando furono disturbati da un giovane che scendeva dal bosco sovrastante.
         Mussolini lo riconobbe subito. Era Michele Gortani, un coetaneo, proprio della sua classe il 1883, che si era già laureato a 21 anni in scienze naturali. Appassionato di geologia girava le montagne in cerca di fossili, ed anche quel giorno era finito da quelle parti a motivo dei fossili.
         “Che fai da queste parti?” gli chiese Mussolini.
         “Non pensavo di trovarti fin quassù,” rispose Michele, sorpreso ed anche un po’ imbarazzato. Tra loro  c’era stata qualche giorno prima una accesa discussione politica all’albergo Roma. Tra i due, l’uno acceso socialista rivoluzionario, l’altro convinto democratico cristiano, per poco dalle parole non si era passati alle mani, se non si fosse intromesso il titolare dell’Albergo. “Sono per fossili,” aggiunse poi, “mi hanno segnalato una scoperta eccezionale.”
         Mussolini s’interessava un po’ di tutto. Ma di fossili no. Comunque, anche per mostrare al coetaneo che non serbava rancore per i toni forti della discussione che c’era stata tra loro, diede a vedere d’interessarsi alla scoperta.
         Michele gli mostrò un fossile che avevo nello zaino. “E’ stato trovato da un mio amico, il prete di Sezza Gio Batta Facci, poco qui sopra, in Tòf, ai bordi della frana che ha interessato il paese di Cazzaso. Sono giorni che batto la zona per vedere se ce n’è altri.”
         “E che cosa avrebbe di eccezionale?” chiese Mussolini esaminando il sasso che Michele gli stava facendo vedere. “E’ solo il fossile d’un pesce,e  mi risulta, ce ne sia molti su queste montagne!”
         “Lo sconvolgimento prodotto dalla frana, rende difficile la ricostruzione stratigrafia del monte Diverdalce. Ma non ho dubbi che si tratti di  un ittiolite del Raibliano superiore. L’eccezoionalità sta però nell’originalità del pesce. A me sembra si possa catalogare come  un Pholidophorus per la somiglianza con l’aringa, ma non sono sicuro. I nostri pesci di questo periodo sono  solitamente dotati di una copertura di scaglie granoidi. Proprio la mancanza di queste scaglie mi ha insospettivo, e, dopo una breve ricerca, ho trovato  che c’è una affinità particolare di questo reperto, con alcuni pesci che sono stati trovati in Cina. Mi entusiasma quindi l’idea d’aver scoperto che le faune triassiche della Cina sono simili a quelle della Carnia. Una scoperta che può rivoluzionare la geologia mondiale!”
         Non avendo competenza al riguardo Mussolini si limitò a complimentarsi con Michele per la scoperta, augurandogli di trovare altri ittioliti a conferma della sua tesi.
         “Non ne troverà altri,” commentò Domenica appena si fu allontanato il giovane.
         “Che ne sai tu?” le chiese Mussolini sorpreso per la certezza che aveva dimostrato facendo l’affermazione.
         “La scoperta di cui ha parlato il professore, mi pare che confermi la leggenda a proposito di  Marco Polo”
         “Che leggenda?”
         “Il cognome di mio marito, che ho assunto anche io, è Polo. Tra le varie leggende che si raccontano in paese nelle serate “in file” nelle stalle, come quelle dell’Ebreo Errante e di Guerrin Meschino, c’è anche quella di Marco Polo. Il famoso esploratore sarebbe nato qui, discendente dei Polo della Carnia. Qui sarebbe salito, di ritorno dalla Cina portando a suo nonno del legno di mogano e il fossile d’un pesce. Il legno di mogano, come regalo a chi gli aveva fatto conoscere le particolarità dei legni e dei boschi della Carnia, il pesce fossile a ricordo delle ore che Marco Polo ragazzo aveva passato assieme al nonno a pescare.
         Distrutto il castello dei Polo, il fossile sarà stato utilizzato dai ragazzi come giocattolo e in qualche modo è finito dove l’ha trovato il prete di Sezza”
         A sentire l’interpretazione della sua amica, Mussolini non potè fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata. Poi commentò: “E proprio vero che la scienza può essere leggenda, mentre le leggende possono avere un contenuto scientifico!”
         “Chissà che anche la leggenda di Marco Polo, nato in Carnia, non possa avere un fondo di verità, commentò Domenica Polo, soddisfatta di potersi considerare imparentata con il famoso scopritore della Cina nel Medioevo.

(Dal romanzo di prossima pubblicazione
MUSSOLINI A TOLMEZZO, maestro elementare, socialista rivoluzionario).