sabato 23 dicembre 2017

Il Presepe alla Gerla Blu

                A Verzegnis, accanto ai Presepi pregevoli realizzati dall’Amministrazione Comunale davanti alle varie chiese del paese , c’è quello allestito dai privati proprietari e gestori del B&B La Gerla Blu. 
Lui d’origine colombiana lei albanese, a dire che il presepe è anche incontro di culture diverse. Il cortile retrostante è stato trasformato in una sorta di presepio. Le cataste di legno del bosco di Verzegnis e, in terra, lo strame che s’usava un tempo nelle stalle, fanno da scena e da sfondo  alla mostra dei presepi di Franco Faleschini. L’odore del legno si mescola a quello dello strame e crea un profumo che riporta il visitatore a rivivere la suggestione dell’ingresso in quella grotta di Palestina ove, per i cristiani, è nato il Redentore.
 Nella tradizione istituita da san Francesco,  quel bimbo è Gesù. Per tutti è un bimbo la cui nascita dà significato alla famiglia, accende le speranze per il futuro.
                E’ questa l’idea che ha portato Faleschini a collezionare oltre mille presepi ma soprattutto a realizzarne in proprio oltre trecento. Gli scrittori scrivono con le parole, i registi con le immagini.  Faleschini ha scelto di comunicare costruendo presepi, ambientando in vari modi la scena d’una famiglia e d’un paese di pastori che gioisce per la nascita d’un nuovo abitante. Vuole comunicare due cose: che la famiglia è un valore che trova la più alta espressione attorno alla culla d’un neonato, che l’ambiente agro-pastorale nel quale si colloca la scena è un ideale di vita.
                La scintilla che ha acceso la sua passione per i presepi è stata, il trauma della morte di suo padre. Nei giorni precedenti il Natale. Aveva quindici anni. Per esprimere il suo dolore e il rimpianto per la sua famiglia distrutta dalla perdita del capofamiglia, per consolare il fratello più piccolo, ha costruito il suo primo presepe. Poi non si è più fermato! Suo padre era di Treppo Carnico, sua madre di Intissans di Verzegnis, lui invece e nato a Cittadella di Treviso ove i suoi erano emigrati. Ma la nostalgia della Carnia che gli hanno trasmesso i suoi genitori, costretti ad abbandonarla, è diventata per lui un amore. La costruzione dei  Presepi un modo per ripensare alla Carnia, alle sue tradizioni al modo di vivere dei suoi abitanti.
                Da giovane gli si erano aperte ben altre prospettive di vita. Giocando a calcio come portiere  era arrivato in serie A con il Bologna, e nella squadra dell’Italia per le Olimpiadi. Ma le preoccupazioni e l’apprensione della madre vedova l’hanno condizionato, e convinto a lasciare per trovarsi un lavoro “normale” vicino a casa. Per uscire dalla normalità del lavoro e della vita quotidiana, ha trovato una valvola di sfogo nella poesia del presepe, che è diventata per lui il filo rosso che ha conferito un senso originale alla sua vita
. Gli oggetti della vita d’ogni giorno, nella sua immaginazione diventano “location” luoghi da presepe. Il passaggio dall’immaginazione alla realizzazione un hobby, un passatempo, per riscrivere in forme sempre nuove il suo mondo poetico sul tema della famiglia e della natività.
                Nei suoi presepi il Natale più che la rievocazione della scena madre della religione cristiana, è la festa della famiglia che s’allieta nella nascita d’un figlio. Per questo i presepi alla Gerla Blu di Verzegnis, creano una suggestione e inducono a una riflessione che prescinde dal significato religioso. 
La casa con il presepe diventa presepe a sua volta.
Il Natale per i Carni e poi per i Romani era il giorno (Dies Natalis) che segnava la rivincita del Sole (Sol invictus) che riprendeva a salire per aprire l’anno nuovo. Il Bambino nella culla per Faleschini è il sole che entra nella casa, nelle famiglie.
                Un Presepe il suo, che ha un senso condivisibile per tutti al di là del credo religioso. Dei percorsi per ritrovare nella poesia della Carnia il senso del proprio futuro, al di là di quelle che possono essere le proprie radici di partenza. Non a caso i gestori del B&B sono lui di diversa origine etnica, e hanno trovato nei Presepi di Faleschini qualcosa che li unisce, per immaginare il proprio futuro in Carnia.
                In quel bimbo posto in un giaciglio e inserito in una scena che rievoca multiformi suggestioni della Carnia di ieri, è riposta la speranza per il nuovo anno. L’invito a ritrovare nel passato le radici per costruire la speranza d’ogni giorno dell’anno che s’apre. Nuovo nelle speranze e nei propositi, come è nuovo alla vita il neonato nella culla.