mercoledì 28 gennaio 2009

Filastrocca della nonna.


Il soggetto nell’oggetto.

Proprio i giorni della merla
si discute della gerla,

a volere proprio dirla
è un dibattito del pirla!

Te l’immagini mia nonna ,
con la lunga nera gonna,

che s’è rotta la sua schiena,
con la gerla sempre piena,

a pensar che a lo strumento
sarà fatto un monumento!

“Proprio al basto, il monumento!”
questo è certo il suo commento.

“che mi ha visto fare il mulo...
E' un po’ prendermi pel culo!

Anche un asino da soma,
che non abbia il cuore in coma,

se la prenderebbe a petto,
se qualcun, per far dispetto,

ricordasse le sue cesta,
non invece le sue gesta!”

E mia nonna piange mesta,
a pensar che la sua cesta

ha dei posteri l’onore,
che spettava al suo sudore!

Quando un popolo, “soggetto”
si sublima in un oggetto,

è finita per davvero!
Siamo proprio al cimitero!!!

lunedì 26 gennaio 2009

Carnia domani!


Prescindendo dalla considerazione che con i tempi che corrono il fatto che un Consorzio di sviluppo industriale butti via cinquecentomila euro (che in realtà sono 700 mila e forse anche di più!) per realizzare un monumento che a tutto può servire eccetto che allo sviluppo industriale, sarebbe pura follia... Dando quindi per scontato che il Cda del Consorzio rinsavisca e che quindi la gerla, almeno in questi tempi di crisi, non si faccia... E questo a prescindere dal fatto che il finanziamento sia stato merito di Marsilio, con la connivenza di Tondo che fino a pochi mesi fa era Presidente del Consorzio in questione, e che quindi non poteva non sapere..., e quindi assolvendoci a priori se non sapremo individuare il colpevole dell’insano gesto!....
Mi piacerebbe pensare che il clamore suscitato dall’improvvida idea, si concentrasse sull’idea in sè, cioè sull’idea di caratterizzare la porta della Carnia con un monumento alla gerla.
Ringraziando il Messaggero per il risalto che ha voluto dare al fatto, esonero a priori quanti volessero impegnarsi a spiegarmi che cosa è la gerla, con la banale considerazione che, essendo di famiglia contadina, ho da giovane usato la gerla. Episodicamente però, perchè la gerla è stato uno strumento essenzialmente destinato alle donne, utilizzate come portatrici. Ad Amaro, dove si vuole costruire la gerla, in effetti si utilizzava di norma l’asino, ma nel resto della Carnia, al suo posto come bestia da soma, si preferiva utilizzare la donna. Costava meno ed era più docile! Ma non solo in Carnia! In tutta la montagna italiana, e anche in quella europea o mondiale. A conferma di un tanto, se imposti la ricerca della gerla in Google, ti arrivano risposte da tutte le parti dell’Italia, eccetto che dalla Carnia. (sic!).
Tutto ciò premesso e dando per scontato che la gerla non si faccia, mi piacerebbe che l’occasione venisse colta soprattutto dai giovani per immaginare come vorrebbero rappresentare la loro Carnia “tra passato e futuro”. Mi piacerebbe si provassero i giovani a creare il simbolo della loro Carnia tra innovazione e tradizione. Vorrei si cimentassero sull’idea le ragazze, alle quali lo sviluppo di questi anni ha evitato di avere le spalle segnate dalle “braçadories”.
Questo perchè mi ha fatto specie leggere che molti dei nostri politici, a vari livelli di rappresentanza non vedrebbero male la Carnia simboleggiata in una gerla. Se questo è il livello culturale della classe politica che ci rappresenta, si dovrebbe concludere che non c’è speranza... A meno che i giovani non siano in grado, di utilizzare la provocazione per ripartire da un monumento e quindi da un simbolo, per immaginare la loro “Carnia domani”...
Spes ultima dea!!!!...

giovedì 15 gennaio 2009

Sindaco offresi!


“Ho letto che vorrebbe ricandidarsi Benvenuti a Sindaco di Gemona, perché non ti riproponi anche a tu a Sindaco di Tolmezzo?” Così un amico in vena di facezie! “Perché no?” gli ho risposto stando al gioco. “Assieme con Benvenuti, (sindaco con me al momento del terremoto), potremmo costruire l’asse Gemona-Tolmezzo, come asse portante dell’Alto-Friuli”. “Ma non eri contro la Provincia dell’Alto Friuli,” insiste l’amico che non ha ancora capito se scherzo o parlo sul serio. “Certo!” gli rispondo. “Perché ero e sono convinto che prima si deve costruire l’Alto Friuli e poi chiederne l’istituzione e l’autonomia. Chiedere la formalizzazione istituzionale di qualcosa che non esiste nei fatti, mi pare un nonsenso!”
A questo punto l’amico che si è infine accorto che sto scherzando, per continuare nel gioco mi chiede che cosa mi proporrei se fossi chiamato nuovamente a fare il sindaco del capoluogo della Carnia, e così tra il serio ed il faceto gli sciorino il mio programma elettorale.
Come pre-condizione chiedo di essere capolista di una lista unica. Collocata dove?...Non ha importanza, destra e sinistra ormai non sono altro che nomi!... Nella realtà in Carnia ci sono solo due congreghe: una che fa capo a Marsilio l’altra a Tondo. Vorrei una lista fatta da dieci amici di Tondo e dieci di Marsilio…che si ritrovino sul tema comune che “siamo qui solo per fare gli interessi del Comune di Tolmezzo, e quindi della Carnia di cui Tolmezzo deve ridiventare capolouogo. Così come deve ridiventare, a livello regionale, il primo Comune dopo i capoluoghi di Provincia!”. Sono convinto che saprei farli andare d’accordo e quindi riporterei Tolmezzo al centro d’un sistema di relazioni nodale tra la Regione la Provincia e la Carnia!!!
Il programma?...Non dovrei anticiparlo perché dovrei “calarlo dal basso” e quindi far in modo che i consiglieri pensino sia un loro programma condiviso… Comunque, qualcosa posso anticipare, oltre al ruolo mi piacerebbe che Tolmezzo riacquistasse in immagine… Sull’area Delli Zotti, l’attuale parcheggio di fronte alla stazione delle corriere, vorrei lasciare un edificio prestigioso sede degli uffici regionali, provinciali, e di altri uffici pubblici…un edificio simbolo di Tolmezzo del 2000. A fianco, al posto degli ex capannoni militari, vorrei un centro culturale multimediale, pieno di tecnologia e di luce… Già che sono nei paraggi…e un sindaco che si rispetti deve eliminare qualcosa fatta dai predecessori, cambierei la via Jhon Lennon, in Carl Piutti che, a dispetto del nome, non è mio parente ma è il più grande musicista che la Carnia possa vantare, successore di Bach...Deciderei finalmente anche sulla piazza! Ne farei un salotto, pavimentata a parquet di legno lamellare…(utilizzo innovativo del legno!)
Poi visto che mi sono appassionato alle nuove tecnologie farei di Tolmezzo la prima web community, modello a livello internazionale… Dal computer di casa o da quelli pubblici nei bar, si potrebbe accedere a tutti gli uffici, avere tutti gli atti, seguire le sedute del Consiglio, aprendo una pubblica discussione su ogni atto.. . Le mamme, da casa o dall’ufficio, potrebbero vedere i loro figli al nido. I ragazzi seguire le lezioni da casa quando sono ammalati. I genitori sapere in tempo reale se i figli sono a scuola o in marina. Per non dire di ciò che si potrebbe fare con una web tv di paese!
Ma per prima cosa vorrei cambiare l’arredo della sala consiliare. Sostituirei i banchi che sembrano fatti a posta per parlare a vuoto, con un grande tavolo di lavoro centrale, dove i consiglieri dovranno lavorare assieme su progetti comuni…
E le frazioni? Scusate! Dimenticavo che a Tolmezzo si vince nelle frazioni…Per quelle avrei una idea veramente ambiziosa!!!Agevolerei l’introduzione della coltivazione della lavanda in tutte le frazioni, e nell’ex Rilcto farei un centro di raccolta e di trasformazione in creme ed olii essenziali utilizzando le competenze dei giovani chimici dell’ISIS Solari. Non ci sarebbero così prati incolti, ed i frazionisti avrebbero una interessante integrazione del reddito!!!Eppoi ve l’immaginate d’estate la conca tolmezzina che rispecchia l’azzurro del cielo e profuma di lavanda? Se poi a qualcuno, per motivi politici od altro, desse fastidio il colore, e al altri non dovesse piacere il profumo della lavanda, non ne faccio una questione di principio…, possiamo anche optare per la camomilla o per la melissa...
E poi?...Avrei tante altre idee…ma non le posso bruciare, così, ancora sul nascere!...Per un solo bicchiere di ex Tocai, che l’amico mi ha offerto in cambio del mio sforzo di fantasia…

domenica 11 gennaio 2009

La Carnia nella gerla.


Ai più in Carnia sarà sfuggita la notizia che finalmente avremo anche noi il monumento al popolo carnico. Finora uscendo dall’autostrada ad Amaro ci si chiedeva se qualcuno, per stare al passo con la manìa delle piazzole, aveva in animo di entrare nel guinness dei primati con la piazzola più grande del mondo. Ora invece sappiamo che la dimensione è commisurata all’importanza del monumento che vi si vuole costruire al suo interno.
Sembrerebbe infatti che il Consiglio d'amministrazione del Consorzio industriale abbia già approvato una spesa di oltre 500.000 euro per un monumento costituito da una enorme gerla. A questo punto, credo che non ci siano dubbi sulla possibilità per la Carnia di entrare nel guinness dei primati con il monumento più kitsch del mondo. Si parla di una gerla di 25 metri (più o meno quindi alta come l’ospedale di Tolmezzo!) con l’intelaiatura in legno lamellare e le doghe trasversali che di solito nella realtà sono fatte con strisce di nocciolo, realizzate con strisce di alluminio (sic!).
Mi auguro di aver capito male e di essere immediatamente smentito. Ma con i tempi che corrono, veramente non troviamo un modo migliore per impiegare 500.000 euro (un miliardo delle vecchie lire!) di denaro pubblico? E Pantalone paga! si commenterebbe in una popolare trasmissione televisiva…Ma poi, al di là del costo, della dimensione, dei materiali usati, mi si può spiegare il senso d’un monumento alla gerla?... Quando un popolo finisce per sentirsi rappresentato da un oggetto, vuol dire che è veramente alla fine!.. I monumenti alla donna carnica con la gerla, o al cramàr con la cràme, al “menàu” col “sapìn”, possono avere un senso, ma il “sapìn”, la “crame” e il “gèi” senza le persone sono oggetti da museo, non monumenti. La gerla ha un senso come simbolo del sito donneincarnia, ma, a mio parere, perde ogni senso come monumento.
La funzione della gerla per l’uomo è quella del basto per il mulo: uno strumento per rendere più agevole il trasporto. Ma se ci sono tanti monumenti al mulo con il basto, non mi risulta ci siano monumenti al basto senza mulo. Intendentibus pauca... Per convincermi che ho torto mi si porterà a paragone la grande sedia di Manzano. Ma quella è il simbolo di un prodotto che testimonia l’intelligenza di un distretto che ha saputo imporsi a livello mondiale con quel prodotto. La gerla è stata soltanto un intelligente strumento di autoconsumo, realizzato nei tempi morti dell’inverno dagli uomini, per facilitare il lavoro delle “donne portatrici”. Ed infine (dettaglio non secondario!) la gerla non è uno strumento di riferimento per la Carnia, perchè è uno strumento usato, per quanto ne so, almeno in tutto l'arco alpino, ma credo in qualsiasi territorio di montagna.
E comunque, anche se le mie critiche fossero fuori luogo, come può pensare il Consiglio di un Consorzio industriale di essere all’altezza, sotto il profilo culturale, per decidere sul monumento che segnerà d’ora in poi la “porta della Carnia”? Come può pensare sia sua competenza? E i consigli comunali della Carnia e in primo luogo quello di Tolmezzo, non hanno nulla da obiettare?
Se proprio si vuol fare questo monumento, non sarebbe più corretto indire un concorso di idee?... Coinvolgendo anche le scuole, chissà che da qualche ragazzo di prima elementare non possa arrivare qualche idea più intelligente!...
A mio modesto parere il fatto può essere considerato emblematico di quella che veniva definito il “pericolo della chiusura culturale”, quando ci si opponeva alla Provincia della Carnia. Mala tempora currunt!...

Visto che abbiamo voluto restare uniti alla Provincia di Udine, e che la Provincia è un socio di rilievo del Consorzio, mi auguro sia la Provincia a salvarci, per evitare un così evidente spreco di denaro pubblico, e per evitare soprattutto che gli eredi del popolo dei Carni, assumano in futuro il soprannome di “popolo nella gerla”.
Per maggiori informazioni sull'origine della gerla in Carnia:

sabato 10 gennaio 2009

Gino/Igino Buon Onomastico.

Buon onomastico da un Igino a tutti gli Igino ed anche ai Gino del mondo. L’onomastico può essere l’occasione per chiedere l’intercessione del santo protettore di cui si porta il nome. Nel nostro caso, può diventare alla rovescia, l’occasione per rivendicare il ruolo del santo protettore, per riconoscersi in un santo che ha avuto la disgrazia di essere al posto giusto nel momento sbagliato. In questo mi sono sempre sentito in linea con il mio santo protettore… Non so se altri Igino o Gino possano lamentare la stessa cosa…
Diventare papa non è cosa da poco! Oggi chi è papa viene riconosciuto come autorità anche dai non cattolici. Igino purtroppo divenne papa troppo presto. Era il nono dopo S.Pietro, e i papi non li portavano ancora in giro per le basiliche con la sedia gestatoria, anzi il nostro protettore dovette subire “gloriosamente” il martirio nella persecuzione dell’imperatore Antonino, non si sa esattamente come, comunque risulta che sia stato ucciso e che il suo corpo sia inumato nel Sepolcreto Vaticano. Questa sembra sia stata la sua effigie:







Alla ricerca di qualcosa di più su di lui sono entrato su internet in quel mercatino globale costituito da E-bay, ed ho trovato in vendita persino una sua reliquia. Purtroppo per il destino di essere al posto giusto nel momento sbagliato, quando sono arrivato io, la reliquia era già stata venduta. Era una reliquia del 1700 forse messa in opera da un altro Igino come me, che non accettava da avere come protettore un santo anonimo, e si era inventato una reliquia. L’avrei comunque voluta acquistare, e spero l’abbia fatto un altro Igino, a me è rimasta solo la foto che riproduco come portafortuna per tutti gli Igino del mondo.





Confesso che la storia di Igino papa e partire mi ha fatto sempre incavolare. Possibile che a uno che è stato papa ed ha avuto anche la disgrazia di diventare martire, non sia state dedicata neppure una Chiesa, in giro per il mondo. Non dico una basilica ma almeno una piccola chiesetta di campagna!… Ho trovato che a Roma gli anno dedicato una strada, ma mi pare troppo poco…
L’ingiustizia tocca anche i santi! C’è un San Floriano che era un centurione romano, e poi è finito martire, e si ritrova una infinità di chiese dedicate e di pale d’altare nelle quali viene ritratto con un secchio a spegnere gli incendi. Ma possibile che a San Igino non sia venuto in testa che doveva fare qualche miracolo se voleva restare nella memoria del popolo? Poteva curare la peste come S. Rocco, se non voleva fare il pompiere come S.Floriano…Invece sì è limitato a fare il filosofo, ed ai filosofi, si sa, va già bene quando non vengono contestati e bruciati su qualche rogo…
Eppure da quel che risulta, pur avendo avuto solo quattro anni di pontificato, dal 138 al 142, ha avuto un ruolo importante nella storia della Chiesa. Ha organizzato la gerarchia distinguendo i vari ruoli di presbitero, diacono e suddiacono. Ha introdotto nel sacramento del battesimo la figura del padrino e della madrina… Ti pare poco? Ma non ha spento nessun incendio, non ha guarito nessun appestato…così non ha trovato nessuno che lo dovesse ringraziare costruendogli una chiesa, dedicandogli una ancona, o una pala d’altare…
Carissimi omonimi, converrete che si tratta di una grande ingiustizia! A me, confesso, questo nome non è che mi sia mai piaciuto. Ma il nome è qualcosa come il Dna, te lo ritrovi così com’è, che ti piaccia o no. Se poi ti è stato dato per sbaglio, pazienza! A me infatti per asse ereditario, toccava il nome di Luigi. Vista la mia dimensione iniziale (che non si è modificata con il tempo!) a qualcuno è parso esagerato quel nome, ha quindi pensato di ridurlo in Luigino. A questo punto una mia zia (così mi ha raccontato, orgogliosa!) ha avuto un colpo di genio ed ha pensato ad una ulteriore riduzione eliminando le due lettere iniziali, ed è stato così che sono finito a portare il nome d’un santo che con Luigi non aveva nulla a che fare. E’ un nome che non è piaciuto neppure ai Papi. Il suo successore infatti si chiamò Pio, ed altri poi hanno preso lo stesso nome fino al XII del secolo scorso. Igino invece è rimasto solo lui, primo ed ultimo…
Carissimi omonimi non so se è capitato anche a voi qualcosa del genere. Comunque, sia come sia, il motivo per cui ci chiamiamo Igino o Gino, dobbiamo fare qualcosa per riabilitare il nostro santo protettore. Io non riesco a digerire l’idea che anche tra i santi possa esistere tanta ingiustizia! Uno ha mille chiese solo perché ha un secchio in mano ed un altro invece che ha inventato i suddiaconi, il padrino e la madrina del battesimo, non ha neppure un altare ! Per l’11 gennaio chiedendo aiuto al nostro santo protettore, pensiamo a cosa fare perché venga ricordato più degnamente!!!….
Comunque chiediamogli almeno la grazia di non essere sempre, come lui, al posto giusto nel momento sbagliato!!!

giovedì 1 gennaio 2009

Riforma del sistema montagna.

Cercavo nella mio pensiero le scene e la trama per una nuova leggenda sui Celti (http://raccontipiutti.blogspot.com) , e invece, come un refolo di nebbia che resiste al sole del mattino, mi si è impigliata nella mente una riflessione politica, che ha partorito la trama d'una strana leggenda d'attualità. Ma appunto è solo una leggenda!...

RIFORMA DEL SISTEMA MONTAGNA.
(un sistema calato dal basso!)

I COMUNI.
Un Comune non può avere meno di 2.000 abitanti. I Consigli Comunali dei Comuni con meno di 2000 abitanti sono obbligati a sciogliersi entro il 31 dicembre 2009, delegando le proprie competenze al Comune che nel frattempo avranno contribuito a formare, accorpando due o più degli attuali Comuni.
Il nuovo Comune porterà nello stemma gli stemmi dei Comuni preesistenti. Assumerà come nome quello dei Comuni preesistenti in ordine alfabetico, o il nuovo nome su cui nel frattempo ci si sarà accordati.
Il sistema elettorale per l’elezione dei nuovi consigli comunali (di 10 membri)sarà un sistema per il quale i primi consiglieri saranno scelti tra i più votati nei Comuni preesistenti (e faranno parte della giunta esecutiva), i restanti tra i più votati in assoluto. Il sindaco sarà il consigliere più votato.

LE COMUNITA’ MONTANE.
I nuovi Comuni si aggregheranno per aree geografiche più vaste in Comunità Montane, alle quali delegheranno alcune loro funzioni, che risulterà più conveniente gestire in forma aggregata (rifiuti.
Le Comunità Montane avranno comunque competenza esclusiva, sulla gestione e sullo sviluppo del territorio e quindi in materia urbanistica e di edilizia privata (per delega dei Comuni), sulla viabilità a sui trasporti (per delega della Provincia), sul patrimonio silvo pastorale del territorio, (per delega dei Comuni, della Regione, dei Consorzi boschivi che dovranno sciogliersi), sui servizi di prossimità e di assistenza sul territorio.
Organi della Comunità saranno il Consiglio formato da tutti i Sindaci, e il Presidente, eletto in forma diretta in contemporanea con l’elezione dei Sindaci del territorio. Il Consiglio dei Sindaci ha poteri di indirizzo, il Presidente ha compiti esecutivi sulle deliberazioni assunte dalla Giunta dell’Area Montagna di cui al punto successivo.
Le Comunità Montane dovranno aggregarsi nell’Area Montagna della Provincia, per gestire assieme le proprie competenze (che di fatto saranno quindi delegate alla Provincia?) e quelle che la Regione assegnerà alla Provincia in materia di sviluppo dei territori montani (Consorzi industriali, Consorzi turistici ecc.)

L’AREA MONTAGNA DELLA PROVINCIA.
Le Comunità Montane fanno parte del sistema organizzativo della Provincia che dovrà prevedere una Direzione d’Area Montagna, con apposito bilancio a gestione separata. Il personale passerà alle dirette dipendenze della Provincia.
La responsabilità organizzativa dell’Area Montagna e quindi delle Comunità Montane sarà affidata ad un Assessore che garantirà il raccordo con la Giunta e con il Consiglio Provinciale.
La responsabilità gestionale farà capo alla Giunta dell’Area Montagna, costituita dall’Assessore e dai Presidenti delle Comunità, che diventerà il vero organo responsabile della gestione del sistema montagna della Provincia.