mercoledì 11 gennaio 2012

Il sogno del Comune di Carnia.

Sarà stato come riflesso condizionato degli auguri fatti ai Sindaci della Carnia che si accingono a porre le basi statutarie per il Comune di Carnia, ma vero è che mi sono svegliato con il ricordo di un sogno. Il contesto, (effettivamente un po’ apocalittico!) era quello d’una Carnia nella quale i 28 campanili non si preoccupavano più del terreno su cui avevano calate le fondamenta, ma s’erano lasciati trasportare dal suono delle campane nell’unico cielo, il cielo di Carnia. E nel cielo c’era una nuvola (o meglio un cloud, come dicono gli informatici) nel quale s’erano trasferiti tutti i dati e tutte le informazioni, di qualsiasi tipo riguardanti la Carnia. Sul territorio invece s’era stesa una rete che collegava i 28 campanili. Erano sparite dal vocabolario le voci accentramento o decentramento sostituite dalla parola rete, una sorta di soluzione magica che consente ad ogni nodo di essere importante, collegato ed autonomo allo stesso tempo. C’era un’unica scuola in rete, la scuola di Carnia, con sezioni dall’asilo nido fino alla scuola media, articolate sul territorio con modalità flessibili sulla base del numero dei frequentanti. Integrata con una rete di trasporti scolastici. Non un sistema centralizzato ma una rete di strutture anche private coinvolte nell’obiettivo di dare a tutti lo stesso servizio efficiente e di qualità. Così come quello scolastico anche tutto il sistema dei trasporti era gestito in forma flessibile, anche a chiamata, conciliando le esigenze di scolari e studenti con quelle degli abitanti e dei turisti, coinvolgendo i privati in imprese pluriservizio. S’erano definite d’intesa le linee di sviluppo del territorio ed anche quelle dello sviluppo urbanistico, lasciando che ogni Comune adattasse poi le linee generali alle specificità d’ogni territorio. Tutti in rete i vigili urbani, i manutentori, gli addetti ai servizi ma ogni Comune con il suo vigile i suoi manutentori e di suoi addetti di riferimento. (Non con il caos attuale!) Tutti in rete in un progetto “Carnia” di promozione turistica, mettendo in rete le evidenze paesaggistiche, storiche, culturali più significative del territorio, in un progetto di valorizzazione dei prodotti agricoli, artigianali e industriali, diversificando e sviluppando i prodotti sotto l’unico marchio del Made in Carnia, o meglio del Brain in Carnia”. Con il piano energetico, nel sogno, si era finiti all’autogestione in forma cooperativa della distribuzione a condizioni agevolate dell’energia elettrica prodotta in loco, con vantaggi significativi per i residenti. Ma chi era a capo del Comune?... Il ventinovesimo sindaco eletto dei ventotto e non certo uno dei ventotto!... Ma dove era la sede?... Nessuno lo sapeva! Ogni abitante (come ogni studio professionale) entrava nel sistema dal suo computer di casa e lì otteneva tutte le risposte, oppure accedeva allo sportello del cittadino dislocato in ogni Comune ed anche nelle frazioni più importanti. Allo stesso modo poteva partecipare in diretta alle discussioni dei Consigli dell’Unione e di quelli d’ogni singolo Comune, venendo continuamente coinvolto con sondaggi e forum di discussione. C’erano poi tante altre particolarità che facevano del Comune Carnia un modello a livello nazionale, ma come si sa, al risveglio troppe cose restano impigliate negli ultimi fili di sonno. Poco male se, come spero, i 28 sindaci costituenti, sapranno darci uno statuto-costituzione, ancora più avanzato di quello del mio sogno… Lo faranno se sapranno cogliere l’originalità d’un momento nel quale declinando assieme cloud computing e rete, si può immaginare un sistema nel quale si rende centrale l’ecosistema nel quale opera il Municipio, e non il Municipio, nel quale il prodotto dell’amministrazione non è l’opera pubblica in sé, ma il servizio reso al cittadino perché sappia cogliere ed approfittare delle opportunità offerte dal territorio.

sabato 7 gennaio 2012

Auguri ai Sindaci della Carnia.

Nomen est omen. Se come dicevano i latini il nome in qualche modo prefigura il destino, mi auguro che i sindaci mettendosi a discutere, con la regia di quello di Tolmezzo, sullo statuto dell’unione di Comuni della Carnia, trovino l’accordo sulla definizione “Comune di Carnia: unione dei Comuni della Carnia”. Dall’accordo sul nome potrebbe discendere un articolo 1 che attribuisca al nuovo ente l’obiettivo prioritario della valorizzazione dell’identità, nel cui nome potrebbero trovare una interpretazione di ampio respiro i nuovi compiti previsti dalla legge per una visione carnica del turismo, delle attività culturali e di valorizzazione dei beni culturali, della programmazione territoriale e gestione delle politiche energetiche, per una gestione in una ottica carnica dei servizi previsti dalla legge relativi alle attività produttive, al diritto allo studio, all’edilizia ed ai servizi scolastici dagli asili nido alla scuola media. E’ nei disastri che si trova la spinta per l’innovazione!... Perché non fare d’una legge disastrata e disastrosa una occasione per iniziare un percorso virtuoso di sviluppo della Carnia? Con questa speranza formulo ai Sindaci della Carnia l’augurio di buon lavoro, perché anche attraverso lo Statuto del nuovo ente, possano favorire lo sviluppo di condizioni per un destino di rinascita e di crescita,che trasformi la Carnia da terra di condanna in terra di elezione.