domenica 20 dicembre 2015

Presepi in taverna

Ai naviganti che casualmente dovessero passare da questa parti vorrei porgere gli auguri per un sereno Natale ed un felice Anno Nuovo, ricordando la simpatica iniziativa del mio amico proprietario del B&B La Gerla Blu a Verzegnis
La tavernetta.
                Aggiungendo al B&B   una originale tavernetta, Pierin ha voluto completare l’offerta di servizi agli ospiti.
                 Un simpatico locale rivestito in legno, con annessa cucina, per chi voglia cucinare da sé. Sarà anche un modo nuovo di utilizzare il B&B. Una opportunità per amici che decidono di ospitarsi a cena come se il B&B fosse il loro chalet di montagna.

                Il locale che, nella struttura a volta, ricorda una grotta, per le festività natalizie, propone al suo interno  una mostra di cinquanta piccoli presepi del famoso presepista Gianfranco Faleschini da San Foriano di Castelfranco Veneto, integrati da altri arrivati da ogni parte del mondo.
                Simpatica idea per una originale metafora! Maria e Giuseppe non trovando posto in albergo ricorsero all’ospitalità dei pastori, il B&B La Gerla Blu, si propone oggi per una accoglienza più intima e familiare alternativa a quella degli alberghi.
               
   Sulla schiena delle donne di Carnia, con lo strumento della gerla,  si è caricato di tutto.
Mancava un presepe simbolo di accoglienza e di ospitalità! A Verzegnis c’è anche questo!!!
               La metafora andrebbe ricordata ai Dirigenti scolastici che ritengono offensiva per gli immigrati la scena del presepe. E' la scena di due poveretti che vengono dalla periferia di Israele e che non trovano posto a Gerusalemme. Devono ricorrere alla ospitalità e generosità di poveri pastori, e sono accolti, con gioia, nelle loro umili grotte, o capanne che dir si voglia..
               
I presepi.
Gianfranco Faleschini ha coltivato per tutta la vita l’hobby della costruzione di presepi in miniatura, utilizzando materiali diversi, ma soprattutto collocandoli in  ambienti diversi.
La scena della Natività, stabilisce una relazione con l’ambiente nel quale è collocata.
E’ questa relazione che evoca una suggestione sempre nuova.
Ogni presepe ha una sua voce. Trasmette un messaggio diverso al visitatore che sa porsi in ammirazione,  come i pastori ed i Re Magi hanno saputo fare duemila anni fa.
Con una foto non professionale si prova a  dare di seguito  un’ idea della mostra.
Ma è solo in presenza che si potrà sentire la suggestione che questi presepi sanno suscitare.
Per questo la mostra nella tavernetta del B&B la Gerla Blu di Chiaulis di Verzegnis, 
sarà aperta al pubblico ogni giorno, fino all’Epifania
Dalle ore 10.30 alle 12, 30 – Dalle 15.00 alle 18.00


mercoledì 16 dicembre 2015

Inchiesta in Carnia

Il Circolo Enfretors di Paluzza rilancia il filmato "Inchiesta in Carnia" di Dante Spinotti, come occasione per riprendere la discussione su "Quale futuro per la Carnia?)

lunedì 7 dicembre 2015

Ricordando Giovanni Gortani.


                Sabato 5 dicembre al Centro Simonetti di Cabia è stato presentato il volume che raccoglie gli atti del convegno su Giovanni Gortani nel centenario della morte. Perfetta e accattivante la presentazione del volume a cura di Mirta Faleschini e Denis Baron con la regia di Claudio Lorenzini. A dir poco pregevole. per non dire eccezionale, il lavoro dell’Editore Andrea Moro, anche nella cura della composizione tipografica, delle riproduzioni fotografiche  e nella veste data al libro. Più che condivisibile l’idea di curare un “ricordo” non una “celebrazione” del personaggio cui va il merito, tra gli altri, di aver cercato di convincere i carnici della importanza della loro storia.
                 D’accordo sull’evitare le celebrazioni, ma che addirittura si utilizzi la ricorrenza per “demolire” il celebrato, mi pare troppo. Per come avevo avuto modo di leggere e di apprezzare Gortani anche come scrittore, sono rimasto sorpreso dalla stroncatura che ne fa  Carlo Tolazzi considerando “l’accostamento a Catrerina Percoto proibitivo improponibile, una distanza abissale”.
                Improponibile è l’accostamento solo perché molto diversi gli obiettivi e i risultati che i due si attendono dalla scrittura. Diverse le motivazioni per cui scrivono. Giovanni Gortani è un appassionato della storia della Carnia che ricorre al racconto cercando di far capire al lettore la realtà della Carnia dell’Ottocento. Avrebbe potuto riportare come un dato quello della emigrazione delle sfilere, o quello della fluitazione sul Chiarsò. Il dato diventa racconto, da pagina di storia diventa pagina di vita. Non osservata dall’alto, da intellettuale, come nella Percoto, ma sentita, da una persona che ha vissuto veramente assieme alle persone che diventano i personaggi dei suoi racconti. Motiv par cui à bisugnarès partii domandansi il motifs par cui a si è metut a scrivi i “Bozzetti Alpini”. Un personaggio che aveva  fatto il garibaldino, il sindaco, l’avvocato, il notaio, l’archeologo, il numismatico e non so che altro….

                Fuori luogo, a mio avviso, anche la stroncatura che si fa di Giovanni Gortani come autore di bozzetti in friulano, soprattutto quando si mettono in evidenza le “imprecisioni sul versante morfologico, grafico e fonetico”. Mi pare evidente che Gortani non si prova a scrivere in friulano per fare un esercizio accademico di scrittura seguendo i dettami della koiné. Non scrive in lingua friulana, ma nel carnico che conosce. Come potrei  fare anche io che parlo carnico, che forse potrei provare a scrivere come parlo, ma che non ho nessuna intenzione di imparare a scrivere in lingua friulana, secondo le regole adottare dai friulanisti. Se lo facessi, se volessi scrivere la lingua che parlo, dovrei cercare, come fa il Gortani, di rendere graficamente le inflessioni del mio parlato. Non solo scrivendo “pierdi” invece che “piardi”, ma anche inserendo parole che sono tradotte dall’italiano ma che sono diventate (non so come mai!) elementi del mio “carnico” come “impreteribilmenti”. Motiv par cui al larès cirùt di capii miôr parcèche Gortani al ha volùt scrivi in çiargnèl  las sôs “Machiettis Leggendariis”