Tra oche e galline: ordine e disordine.
Nel
cortile di nonno Birt c’erano tanti animali domestici. D’ogni specie. Ma fra
tutti si notavano un branco di galline e
una frotta di oche. Le galline uscivano al mattino, davanti al gallo e salivano
sui prati a fare scorpacciate di cavallette e d’ogni altro insetto che capitava
a portata del loro becco. Le oche invece scendevano allo stagno per nuotare e
nutrirsi di ciò che si nascondeva sotto all’acqua. Le oche sempre in ordine, in
fila indiana, dietro alla capobranco. Le galline facevano invece impazzire il
gallo che avrebbe voluto tenerle unite per non perderle. Al rientro infatti
mancava sempre qualcuna, preda senza dubbio di qualche volpe.
“Imparate
dalle oche!” chicchiriccava ogni sera il gallo. Ma invano!
Un
giorno, in valle, si fece vedere un’aquila. Tutti gli animali del cortile
vedendola volteggiare minacciosa, naturalmente entrarono in agitazione. Fra le
oche e le galline si aprirono furibonde discussioni tra chi sosteneva che non
si dovesse uscire finché l’aquila avrebbe continuato a librarsi nell’aria e che
invece ribatteva che non si dovevano cambiare le abitudini, facendosi prendere
dalla paura.
Vinse
la corrente degli ottimisti e galline e oche mantennero le vecchie abitudini.
Ciò
che cambiò fu però la conta dei morti. Al rientro alla sera presero a mancare
le oche invece che le galline. A far vittime non era infatti più la volpe ma
proprio l’aquila. S’era provata a prendere una gallina, ma nel fuggi fuggi che
si era creato nel branco disordinato, la sua picchiata era andata a vuoto.
Riprovò con le oche che rientravano in ordine, in fila perfetta, e non le fu
difficile ghermire l’ultima. Così anche nei giorni seguenti!
Mi
riusciva difficile trovare la morale della favola, finché non ho letto l’intervento
del prof. Alberto De Toni sull’ultimo numero de Il Business, il settimanale de
Il Friuli diretto da Rossano Cattivello. Il professore citando Paul Valery
scrive che “due pericoli minacciano costantemente il mondo: ordine e disordine.
La favola ne è una conferma. Le galline
pagavano in morti a causa del disordine,
le oche a causa dell’ordine. “L’area della vita è una zona intermedia tra
ordine e disordine” scrive ancora De Toni. “La complessità,” aggiungo io
citandolo a memoria, “presuppone che al cambiare del contesto si sia pronti a
cambiare atteggiamento e comportamento”.
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