lunedì 8 dicembre 2014

Salvate il cavallo Agemont!

    Un tempo della Carnia si diceva che il cavallo non beveva.
        Ora si dice che il cavallo mangia ma non galoppa.
           Sento ripetere che la chiave dello sviluppo della Carnia sta nello sviluppo delle proprie risorse: il marmo, il bosco, l’acqua, il turismo, l’artigianato, l’agricoltura. Ma ci vogliono gli imprenditori a trasformare queste opportunità in risorse! E il problema della Carnia nel secondo dopoguerra è stato la perdita dello spirito imprenditoriale che ne ha caratterizzato la storia. Gli imprenditori non si inventano, ma ci sono progetti e programmi a livello europeo finalizzati al favorire lo sviluppo della cultura d’impresa (centri di innovazione, impact hub, seed capital ecc.) e ad assistere le start up nella difficile fase d’avvio. I tanto vituperati politici della prima Repubblica  erano all’avanguardia quando la Comunità Montana realizzava le centraline o i capannoni per agevolare l’insediamento di nuove imprese, quando in Regione hanno  immaginato già nel 1989 una Agenzia per la montagna come Centro di Innovazione con il compito di favorire l’arrivo ed il formarsi in loco di nuovi imprenditori. Qualche risultato s’è visto! Non è un caso infatti che il decollo della zona industriale di Amaro sia coinciso con l’insediamento dell’Agemont, con l’attivazione di laboratori innovativi a servizio delle imprese del territorio. Guarda caso, lo stesso Friuli Innovazione è nato all’interno d’un progetto del “poltronificio” Agemont! Poi sono arrivati i politici senza idee che dovendo pur fare qualcosa  si sono messi a demolire ciò che non senza difficoltà stava crescendo. Sia la Comunità che l’Agemont sono state messe in un limbo nel quale non avrebbero potuto che consumare risorse senza produrre alcun risultato. Ora invece che denunciare  chi le ha messe nel limbo, si assume la forzata inoperatività di questi ultimi anni, come dimostrazione della loro inutilità. Presidente Serracchiani è vero che il cavallo Agemont mangia e non galoppa, ma non è stato sempre così, e prima di ammazzarlo, io andrei a vedere se non sia colpa dello stalliere o del fantino!
             Ottimo lavoro quello che sta facendo il Cosint, ma perché non allargarne gli obiettivi, aggiungendo quello di favorire lo sviluppo di imprese giovanili,  accorpando il CIT dell’Agemont? Perché non trasformarlo in Consorzio di sviluppo economico a 360 gradi? Impegnato a favorire la cultura d’impresa tra i giovani  della Carnia, e poi ad assistere le imprese che dovessero nascere in capo a giovani diplomati e  laureati, nuovi imprenditori dell’agroalimentare, del turismo e dell’ambiente, dell’energia e del bosco, appunto per trasformare in risorsa le opportunità del territorio. Impegnato infine a far sì che si colgano le opportunità per l’insediamento  di nuove imprese innovative nei settori  dell’elettronica e dell’informatica legate alla  fortunata collocazione della zona industriale di Amaro sull’autostrada Trieste-Monaco,  soprattutto se finalmente venisse incaricato di completare gli investimenti sulla banda larga e sul cloud computing.
Igino Piutti
già Presidente dell’Agemont

            

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