sabato 6 ottobre 2007

Sì all'elettrodotto!

Si all’elettrodotto. Titolo così il mio intervento, perché sia chiaro sin da subito che si tratta di una provocazione. E’ che in questi anni ho visto costituirsi in Carnia tanti comitati dei no. Mai un comitato del sì! Per dire sì infatti, è necessario condividere qualcosa. Sembra facile! Ma prova a girare per la Carnia in movimento e verifica se ci sono due che riescono a condividere la stessa idea! Restando in tema con la provocazione iniziale, vorrei costituire il comitato del si all’energia elettrica a prezzo ridotto.
Bella demagogia! E chi non ci starebbe.
Il fatto è che già in Carnia a Paluzza e Sutrio si paga l’energia elettrica, lira più lira meno, la metà di quanto si paga nel resto della Carnia e del Friuli. Perché non estendere il beneficio a tutto il territorio? Sarebbero necessari degli investimenti importanti per consentire alla Secab l’acquisizione delle reti di tutti i Comuni. Ma a fronte del beneficio generalizzato su tutte le utenze, sia quelle pubbliche che quelle private e quelle per gli insediamenti produttivi, forse si potrebbe anche scegliere di rinunciare a qualche ponte. O si potrebbero investire in questa direzione i finanziamenti oggi sprecati sui contributi per le legna da ardere. Acquisite le reti si dovrebbero mettere assieme le centraline della Comunità Montana.
L’energia prodotta non sarebbe ancora sufficiente a coprire il fabbisogno della Carnia. La si potrebbe allora importare dall’Austria, dicendo si ad un elettrodotto, che passerebbe portandosi l’energia per Pittini e per Fantoni, ma anche quella per la Secab-Carnia, lasciando anche un beneficio a tutto il territorio.
Ma dovrebbe essere aereo o interrato? In termini di impatto ambientale, facendo mente locale al passaggio dell’oleodotto, non so quale sarebbe il più pesante! Imitando l’Austria dove anche i parchi naturali a volte sono attraversati da imponenti elettrodotti, il comitato del si più che sull’alternativa aereo-interrato, potrebbe impegnarsi a studiare il dove l’impatto potrebbe essere meno evidente, e comunque a ragionare sempre in termini di costi-benefici. Valutando come costo il danno ambientale, e come benefici le ricadute economiche a favore del territorio. Così, indipendentemente dalla soluzione proposta sarei per un no di principio ad una industria, qualsiasi essa sia, che prima mi vende le sue centraline e poi mi chiede di passare con un elettrodotto. Valuterei invece positivamente il beneficio che può venire ad industrie che possono consolidare il loro sviluppo nel territorio dell’Alto Friuli.
Anche per quanto riguarda il percorso cercherei la soluzione più favorevole, in termini di rapporto costi-benefici. Così invece che pensare soltanto alla zona industriale di Osoppo, salirei pensando a quella di Trasaghis, di Bordano, di Carnia-Venzone, di Moggio e poi forse potrei anche riuscire a proseguire restando sempre nell’ambito dei territori del Comune di Moggio, facendo in modo comunque che ci siano delle ricadute a favore di tutte le industrie insediate nei Comuni attraversati.
Se non temessi d’andare fuori tema, vorrei soffermarmi anche ad immaginare gli sviluppi che potrebbe avere un cooperativa come la Secab-Carnia che avesse come utenti tutte le famiglie, i Comuni e le attività produttive della Carnia. Più che fuori tema è purtroppo una immaginazione fuori luogo, perché solo chi non è carnico potrebbe pensare alla possibilità di un Comitato del sì in Carnia. Ed io sono carnico doc. Per questo mi fermo a questa provocazione scritta per vincere la noia d’una giornata di pioggia!!!…

1 commento:

Anonimo ha detto...

Condivido larga parte delle tue considerazioni. Trovo francamente invereconde le pretese dei managers di un'azienda locale, sopravvissuta grazie alla discesa in piazza della Carnia intera e ad un enorme impiego di risorse pubbliche per adeguarne il depuratore. Non paghi, ora questi signori reclamano la possibilità di costruire un elettrodotto per importare energia a scopo di lucro, e quel che è peggio, a discapito di altre aziende del territorio cui servirebbe per necessità produttive. Quanto alla disputa sulla tipologia costruttiva dell'elettrodotto, la pretesa di interrare una linea che attraversi unicamente boschi e montagne è definibile in un solo modo: demenziale!
Aderisco fin d'ora al comitato del SI.
D. Deotto