domenica 22 aprile 2012

Resistenza: tra mito e storia.


         La Resistenza è un mito o una pagina di storia? I miti sono come le verità di fede, non si discutono, si tramandano a memoria. Se è un mito, è tempo perso quello impegnato a trasferirlo alle nuove generazioni. Non credono ai miti! Se è una pagina di storia può (e deve!) essere discussa, chiamando anche i giovani a partecipare alla discussione. Per me è una pagina di storia molto importante e sono d’accordo con Mara quando sul blog di Carnia.La dice che si deve ripartire dalla storia del passato per capire il presente e progettare il futuro. Ma dalla storia, non dalle leggende! E quindi iniziando dal ripulire la patina di leggenda che si è sovrapposta alla storia.
       Si dice e si scrive che la massima espressione della Resistenza in Carnia è sempre stata la costituzione della Repubblica partigiana della Carnia. A mio modesto avviso, la storia va rivista. Sul Gazzettino di oggi Zanirato molto opportunamente confronta la mia tesi con quella di Romano Marchetti che ha fatto parte della Giunta Provvisoria. Bravo Zanirato! Così si fa: due tesi a confronto.
      Ma se ho ben capito anche Marchetti conviene con me (o meglio, io con lui!). C’era in Carnia già dagli anni trenta un moto autonomistico che sottolineava il valore aggiunto della identità carnica. Movimento che trova in Aulo Magrini uno dei più convinti assertori nella idea della  Carnia come Consorzio di Liberi Comuni.  Movimento che riemergerà  nel dopoguerra  con il  giornale “Carnia Lavoro” negli scritti di Gortani, e che si concretizzerà nel CLN della Carnia. (CLN tuttavia, nato come sviluppo del sottocomitato carnico di Tolmezzo e non della Repubblica di Ampezzo.)
       In questo processo carnico, la Repubblica partigiana del Friuli (non della Carnia!) con sede ad Ampezzo, costituisce una parentesi imposta dagli udinesi, che nei suoi quindici giorni di vita ha anche soppresso i comitati di valle che i carnici avevano appena costituito. Non capisco cosa ci sia in questo da celebrare da parte dei carnici!
        A mio parere si è posto già allora il problema che è riemerso con l’idea della Provincia dell’Alto Friuli. Esiste ed è un grande valore l’identità carnica, ma per la dimensione della Carnia se lo si vuole fare coincidere con una istituzione si devono ampliare i confini, anacquandolo nell’idea di Alto Friuli ora, immaginando di poter inglobare lo splimberghese ed il maniaghese allora, di ampliare la competenza alla Valcanale Canal del Ferro nel dopoguerra. Ma così si finisce per perdere proprio ciò che si vuol valorizzare! L’alternativa, a mio avviso, è quella che già proponeva Magrini il Consorzio dei Liberi Comuni, era in fondo questa la mia provocazione (neanche tanto!) sul Comune di Carnia.

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