La Resistenza è un mito o una pagina di storia? I miti sono
come le verità di fede, non si discutono, si tramandano a memoria. Se è un mito,
è tempo perso quello impegnato a trasferirlo alle nuove generazioni. Non
credono ai miti! Se è una pagina di storia può (e deve!) essere discussa,
chiamando anche i giovani a partecipare alla discussione. Per me è una pagina
di storia molto importante e sono d’accordo con Mara quando sul blog di
Carnia.La dice che si deve ripartire dalla storia del passato per capire il
presente e progettare il futuro. Ma dalla storia, non dalle leggende! E quindi iniziando
dal ripulire la patina di leggenda che si è sovrapposta alla storia.
Si dice e si scrive che la massima espressione della
Resistenza in Carnia è sempre stata la costituzione della Repubblica partigiana
della Carnia. A mio modesto avviso, la storia va rivista. Sul Gazzettino di
oggi Zanirato molto opportunamente confronta la mia tesi con quella di Romano
Marchetti che ha fatto parte della Giunta Provvisoria. Bravo Zanirato! Così si
fa: due tesi a confronto.
Ma se ho ben capito anche Marchetti conviene con me (o
meglio, io con lui!). C’era in Carnia già dagli anni trenta un moto
autonomistico che sottolineava il valore aggiunto della identità carnica.
Movimento che trova in Aulo Magrini uno dei più convinti assertori nella idea
della Carnia come Consorzio di Liberi
Comuni. Movimento che riemergerà nel dopoguerra con il giornale “Carnia Lavoro” negli scritti di
Gortani, e che si concretizzerà nel CLN della Carnia. (CLN tuttavia, nato come
sviluppo del sottocomitato carnico di Tolmezzo e non della Repubblica di
Ampezzo.)
In questo processo carnico, la Repubblica partigiana del
Friuli (non della Carnia!) con sede ad Ampezzo, costituisce una parentesi
imposta dagli udinesi, che nei suoi quindici giorni di vita ha anche soppresso
i comitati di valle che i carnici avevano appena costituito. Non capisco cosa ci
sia in questo da celebrare da parte dei carnici!
A mio parere si è posto già allora il problema che è riemerso
con l’idea della Provincia dell’Alto Friuli. Esiste ed è un grande valore l’identità
carnica, ma per la dimensione della Carnia se lo si vuole fare coincidere con
una istituzione si devono ampliare i confini, anacquandolo nell’idea di Alto
Friuli ora, immaginando di poter inglobare lo splimberghese ed il maniaghese
allora, di ampliare la competenza alla Valcanale Canal del Ferro nel dopoguerra.
Ma così si finisce per perdere proprio ciò che si vuol valorizzare! L’alternativa,
a mio avviso, è quella che già proponeva Magrini il Consorzio dei Liberi
Comuni, era in fondo questa la mia provocazione (neanche tanto!) sul Comune di
Carnia.
Nessun commento:
Posta un commento