“Anche il suono delle campane non è più quello d’una volta”. Non esageriamo con la mania di affermare che tutto è cambiato che nulla è come un tempo. A meno che non siano state per caso cambiate, se le campane sono le stesse, il loro suono non può essere diverso…
E invece sì, è cambiato anche il suono, da quando le campane vengono attivate da un motore elettrico, da quando c’è un orologio che le fa partire automaticamente.
Quando sentivi suonare una campana pensavi a chi la stava suonando, a chi stava tirando la corda nella cella alla base del campanile. E in qualche modo il suono si portava il suo pensiero. Suonavano a festa perché lui tirava la corda con la gioia nel cuore. Diffondevano nell’aria un lamento ed il cordoglio doloroso di tutto il paese quando annunciavano la morte di qualcuno. La sera dei morti poi, piangevano tutta la notte la nostalgia degli invisibili che si riprendevano le loro case, che tornavano a bere l’acqua preparata per loro. Le campane erano come uno strumento musicale esprimevano i sentimenti di chi le suonava. Lo stesso strumento è in grado di farci vivere l’emozione della gioia più intensa o del dolore più disperato. Così era per le campane del mio paese…Oggi l’orologio che le muove non può trasmettere loro nessun sentimento, e nessun sentimento trasmettono loro a chi le sente. Hanno il suono freddo d’uno strumento senz’anima, il suono d’un paese già morto, perché già senza anima…
Ma forse non è il paese o il suono della campana ad essere morto…
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