domenica 29 aprile 2012

Il mio profilo

Il mio profilo

domenica 22 aprile 2012

Resistenza: tra mito e storia.


         La Resistenza è un mito o una pagina di storia? I miti sono come le verità di fede, non si discutono, si tramandano a memoria. Se è un mito, è tempo perso quello impegnato a trasferirlo alle nuove generazioni. Non credono ai miti! Se è una pagina di storia può (e deve!) essere discussa, chiamando anche i giovani a partecipare alla discussione. Per me è una pagina di storia molto importante e sono d’accordo con Mara quando sul blog di Carnia.La dice che si deve ripartire dalla storia del passato per capire il presente e progettare il futuro. Ma dalla storia, non dalle leggende! E quindi iniziando dal ripulire la patina di leggenda che si è sovrapposta alla storia.
       Si dice e si scrive che la massima espressione della Resistenza in Carnia è sempre stata la costituzione della Repubblica partigiana della Carnia. A mio modesto avviso, la storia va rivista. Sul Gazzettino di oggi Zanirato molto opportunamente confronta la mia tesi con quella di Romano Marchetti che ha fatto parte della Giunta Provvisoria. Bravo Zanirato! Così si fa: due tesi a confronto.
      Ma se ho ben capito anche Marchetti conviene con me (o meglio, io con lui!). C’era in Carnia già dagli anni trenta un moto autonomistico che sottolineava il valore aggiunto della identità carnica. Movimento che trova in Aulo Magrini uno dei più convinti assertori nella idea della  Carnia come Consorzio di Liberi Comuni.  Movimento che riemergerà  nel dopoguerra  con il  giornale “Carnia Lavoro” negli scritti di Gortani, e che si concretizzerà nel CLN della Carnia. (CLN tuttavia, nato come sviluppo del sottocomitato carnico di Tolmezzo e non della Repubblica di Ampezzo.)
       In questo processo carnico, la Repubblica partigiana del Friuli (non della Carnia!) con sede ad Ampezzo, costituisce una parentesi imposta dagli udinesi, che nei suoi quindici giorni di vita ha anche soppresso i comitati di valle che i carnici avevano appena costituito. Non capisco cosa ci sia in questo da celebrare da parte dei carnici!
        A mio parere si è posto già allora il problema che è riemerso con l’idea della Provincia dell’Alto Friuli. Esiste ed è un grande valore l’identità carnica, ma per la dimensione della Carnia se lo si vuole fare coincidere con una istituzione si devono ampliare i confini, anacquandolo nell’idea di Alto Friuli ora, immaginando di poter inglobare lo splimberghese ed il maniaghese allora, di ampliare la competenza alla Valcanale Canal del Ferro nel dopoguerra. Ma così si finisce per perdere proprio ciò che si vuol valorizzare! L’alternativa, a mio avviso, è quella che già proponeva Magrini il Consorzio dei Liberi Comuni, era in fondo questa la mia provocazione (neanche tanto!) sul Comune di Carnia.

domenica 15 aprile 2012

L’assedio della Carnia.

L’assedio della Carnia.: Una ricerca sulla Resistenza in Carnia vista dalla parte della gente che l'ha subita. Non si sostengono tesi nuove ma si fanno delle nuove ipotesi per aprire un dibattito che porti alla riscrittura d'una storia fin qui troppo spesso annegata nel mare della retorica.http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/758078/L’assedio_della_Carnia.#!

giovedì 12 aprile 2012

Carnia Libera 1944

           Sembra che finalmente si sia diradata la nebbia che ha coperto per tanto tempo i fatti di Porzus. Non del tutto perché resta ancora il velo sulla responsabilità politica sui fatti. Si ha l’impressione che tra le specialità della nostra Regione ci sia anche quella della querelabilità della ricerca storica. Si arriva così al paradosso di trasferire ai magistrati la competenza sulla ricerca riguardante la nostra storia recente. Così, come argutamente mi ha commentato uno degli ultimi protagonisti ancora in vita, si finisce per misurare la ragione e il torto sulla capacità finanziarie per resistere nei vari gradi di giudizio.
          Lasciando quindi ai posteri la ricerca sulle responsabilità politiche, come su Porzus su tanti altri fatti, per mancanza di disponibilità finanziarie, possiamo almeno assolvere al dovere morale di contribuire a far diradare la nebbia del mito, nel quale si è voluta velare anche la storia della Resistenza in Carnia. A partire dal mito che si è voluto stigmatizzare nel termine Carnia Libera 1944, facendo passare la Repubblica partigiana di Ampezzo come origine del moto dell’autonomismo carnico.


         In realtà non c’è mai stata una Repubblica Partigiana della Carnia. Ad Ampezzo si è costituita la Giunta Provvisoria di Governo del CLN Zona Libera Friuli e quindi, in altri termini “la Repubblica Partigiana del Friuli” e la differenza non è solo terminologica. Nell’estate del 1944 in effetti si andava costituendo in Carnia dal basso a fatica un sistema di partecipazione democratica con la formazione dei CLN comunali, che si univano nei comitati di valle, che a loro volta davano vita al CLN della Carnia.
          Ma, come ricordo nei miei appunti per un racconto sulla guerra partigiana intitolati l’Assedio della Carnia (http://www.piutti.it) riportando le parole di Mario Lizzero, “è stato il PCI a volere l’istituzione di una Zona Libera dandole una Giunta Provvisoria di Governo e non più un CLN carnico. In vista dell’enormità dei problemi che dovevano essere affrontati e risolti il CLN carnico per la sua stessa struttura e composizione era assolutamente incapace di far fronte ai giganteschi problemi presenti in una Zona Libera tanto vasta”.
           In effetti ad Ampezzo si costituisce una Giunta provvisoria di Governo con persone designate a livello provinciale dai cinque partiti più rappresentativi e dalle due formazioni partigiane. A prendere in mano la situazione (per l’incapacità dei carnici!) furono le grosse personalità politiche che dal piano salirono in Carnia come Gino Beltrame per il PCI e don Aldo Moretti per la DC.

          Se così sono andate in realtà le cose, ad Ampezzo più che la madre dell’autonomismo carnico, mi pare sia nata la madre degli equivoci che hanno caratterizzato la storia della Carnia nel dopoguerra. E’ evidentemente solo una opinione, o se si vuole una provocazione, per invitare altri a collaborare in un confronto senza pregiudizi, ad una ripulitura della patina di leggenda e mitologia sotto cui si nasconde la vera storia della Resistenza in Carnia