mercoledì 8 ottobre 2025


Il disastro di Monte Croce.

            Dopo ingenti lavori di sistemazione della frana del Pal Piccolo che incombe sulla strada il passo è stato nuovamente chiuso per riprendere i lavori. Se è vero ciò che dicono i geologi sarà questa la modalità dell’agibilità del passo.                                                     E’ evidente così che chi programma un viaggio, deciderà  per un percorso alternativo e il Passo uscirà dagli itinerari, finirà nella memoria.

            Mentre si sta discutendo su come salvarlo il malato non può che morire.

            La cura da cavallo sarebbe il traforo, ma ci vogliono 15/20 anni per realizzarlo e intanto?

            Perché non scegliere, come cura di pronto intervento la ripresa dell’’itinerario scelto dai Romani, con i mezzi che a quel tempo non c’erano?

            Lasciamo che scelgano i tecnici, la soluzione più idonea..

            Ma ora, prima che sia troppo tardi

            . Una Carnia in agonia non può sopportare la mazzata che le viene dalla chiusura del passo. I secoli di chiusura del passo hanno visto il declino della Carnia perché la sua storia è stata legata a quella del passo.

            Purtroppo però il disastro già innescato dalla frana del Pal Piccolo  è quello sociale, è il fatto che nessuno prenda una bandiera  al grido di “ non si può lasciare morire il passo” Non sindaci non comitati di base.

            Come se la Carnia avesse già accettato l’eutanasia.

            Ai miei tempi ci fu un’ insurrezione popolare per chiedere che fosse mantenuto il treno Carnia-Tolmezzo.

            Non si ottenne nulla!

 Ma almeno si dimostrò che la Carnia era ancora viva. Oggi, per chiedere che il passo sia mantenuto aperto,( e non a singhiozzo) non si sente neppure la flebile voce (un salùstri!) che potrebbe venire da un moribondo .prima di esalare l’ultimo respiro.

  da

      

 https://cjargne.online/il-disastro-di-monte-croce/

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