La ciclabile Iulia-Augusta.
L’idea
di trasformare la vecchia ferrovia Carnia-Tolmezzo in una pista ciclabile era
una idea intelligente perché con la unica possibile diversa destinazione si salvavano
i manufatti (i ponti e la galleria) e quindi la memoria storica dell’opera. Di diverso
avviso la Soprintendenza, ritiene ancora
possibile “scelte future di riuso della linea anche a fini
ferroviario-turistici e quindi impone soluzioni che non compromettano queste
possibili scelte". Con un sensibile aggravio dei costi.
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Il manufatto che andrebbe salvato |
L’idea della Soprintendeza è pura
utopia, ma proprio per questo non può essere discussa, ma neppure presa in
considerazione per lo spreco di denaro pubblico che implicherebbe. Mentre, come
giustamente sottolinea il consigliere regionale Mazzolini “ il tratto che collega Tolmezzo ad Amaro arrivando fino
all’Alpe Adria, sarebbe strategico per lo sviluppo turistico estivo dell’Alto
Friuli”.
Non resta quindi che pensare a una
soluzione alternativa, che, siccome al dire di mio nonno “no l’è un mal ca non seti encie un ben”, potrebbe risultare
migliorativa, con un tracciato più piacevole, rispetto ai rettilinei della ex
ferrovia. Per quel che può saperne un pensionato, dopo una sommaria verifica,
lasciando ai tecnici di definire le soluzioni progettuali, immagino una
ciclabile che prende idealmente il nome di Iulia-Augusta, perché invece di
quello ferroviario dell’inizio del Novecento, riprende il tracciato voluto da
Giulio Cesare per raggiungere Iulium Carnicum e poi il passo di Monte Croce. Basterebbe
seguire la vecchia strada statale, affiancandola
o allontanandosi, ove possibile, per
rendere più suggestivo il percorso.
Si potrebbe partire da Campiolo, nella
fiduciosa attesa di quando il nuovo ponte sul Fella, avrà anche la corsia
ciclabile. Si potrebbe così far
apprezzare le bellezze del quel percorso poco frequentato (le fortificazioni, il
torrente Glagnò, la suggestiva cascata “Favarines”).
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La porto dell'ipogeo del Vallo Littorio |
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La strada romana al Sasso Tagliato |
Si arriverebbe ad Amaro affiancando
la nazionale sulla destra, senza grossi problemi. Lascerei all’Amministrazione
Comunale di Amaro di decidere tra la diverse soluzioni possibili per
attraversare il paese in modo che la ciclabile diventi elemento di sviluppo
locale. Non comporta nessun problema invece l’affiancamento alla statale da Amaro a Pissebus, salvo qualche tratto da
risolvere a sbalzo, come quello in coincidenza della caduta massi che sta
obbligando alla chiusura attuale della strada. Al Sasso Tagliato invece che in galleria,
si potrebbe riprendere proprio il percorso della vecchia strada romana,
aggettante sul Tagliamento e intagliata nella roccia. La porta che consente l’accesso
alla fortificazione del Vallo Littorio, suggerirebbe l’idea di recuperi a fini
turistici anche di quell’originale ipogeo voluto da Mussolini...Ma sarà per un’altra
volta! |
Si intravedono i resti della vecchia strada dei carri e delle diligenze
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Dopo Pissebus preferirei lasciare
sia la nazionale che la ferrovia per abbassarmi nella campagna abbandonata
infestata da rovi e noccioli, ombreggiando la pista con un filare di gelsi a ricordo di un’altra
pagina della storia della Carnia. Si dovrebbe pensare al costo degli espropri,
ma trattandosi di terreni incolti, l’incidenza sarebbe senz’altro minore di
quella degli oneri imposti dalla Soprintendeza per utilizzare la ex ferrovia.
Arrivati a Chiampaman penserei a un
bivio.
Proseguendo
potrei attraversare Tolmezzo nel parco già realizzato sulla ex ferrovia.
Prendendo a sinistra, invece, utilizzando strade esistenti, e la strada di
servizio all’oleodotto, realizzerei la circonvallazione ciclabile di Tolmezzo. Si attraversa la zona industriale, si gira dietro alla Cartiera, si affianca la pista Guida sicura e il Poligono di tiro. Si riattraversa la superstrada per un sottopasso che ai tempi della realizzazione avevo chiesto con l'idea del "non si sa mai" e che ora si rivela provvidenziale per congiungersi alla pista ciclabile esistente all'altezza del Bocciodromo. Da qui, si può entrare nuovamente a Tolmezzo per via Aldo Moro.
Ma, proseguendo verso nord, per il tratto di
circonvallazione già realizzata che passa dietro all’Ospedale, ci si collega
alla già esistente Tolmezzo-Zuglio, portando poi i ciclisti a fare lo Zoncolan,
con rientro dalla bella ciclabile Ovaro-Villa Santina.
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Il ponte della ferrovia visto dalla nuova ciclabile |
Prendendo la ciclabile esistente verso sud, sperando che si
allarghi con una ciclabile anche il ponte Avons, si raggiunge la suggestiva Cavazzo-Pioverno attraverso la quale i
turisti possono tornare a riprendere l’Alpe
Adria a Venzone.
Un sogno? Certo, è necessario un progetto, una variante
urbanistica…Ma i soldi ci sono già e se, come sottolinea Mazzolini si conviene che “la tratta è troppo importante
per lo sviluppo turistico per tutta la montagna dell’Alto Friuli” si sapranno
trovare anche i tempi e i ritmi di priorità che, ai nostri tempi, ci consentivano di operare rapidamente come
Sindaci della Ricostruzione.