Identità carnica (ancora!!!)
“Attenzione però!” scrive Gian Mario Villalta direttore di Pordenone legge sul MV di lunedì 4, a parlare di idioma friulano, idioma ha la stessa radice etimologica greca di idiozia, l’atteggiamento di chi si chiude in se stesso, dell’uomo senza cultura.
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Sul punto più alto della Carnia. |
Forse per questo
qualcuno ha fatto giustamente rilevare nei commenti su face book che a volte ci
si vergogna a usare l’idioma non volendo passare per “contadini” .
Ma è proprio qui, ( a
parer mio parere di contadino rifatto!)
che abbiamo sbagliato! E continuiamo a sbagliare. Il vantaggio dell’idioma
friulano sta proprio nel fatto che è (ìdios=particolare, questa la traduzione
del termine!), particolare perché così diverso dall’italiano, ma così legato a
un ambiente particolare a una particolare storia. Ove “particolare” sta per
originale, pieno di fascino. Dovremmo menar vanto di conoscere il friulano. Ma
non per aver imparato a scuola quello della koinè, ma per
averlo “succhiato” in famiglia, “l’idioma che prima i padri e le madri
trastulla” come scrive Dante (Paradiso XV, 122). Un modo di essere e di sentire
prima ancora che un modo di dire.
E con l’inglese come
la mettiamo? E dimostrato che la diglossia favorisce l’apprendimento
linguistico. E con la globalizzazione come la mettiamo? Più ci si sente “particolari” più ci si sente
cittadini del mondo ma con una marcia in più, perché “glocali”.
Non escludo, (anzi!)
come scrive Villalta su MVe ripete D’Avolio in face book che ci si possa
sentire friulani pur senza conoscere il
friulano. Il mio discorso è un altro. Sono partito da una affermazione non mia
che l’identità può essere un valore aggiunto in un progetto di rilancio della
Carnia, ho aggiunto la considerazione mia che la lingua può essere un elemento
a favore di questa identità.
Molti hanno ritenuto
fosse un handicap per i figli il friulano e si è arrivati al paradosso dei
genitori che parlano tra loro in friulano ma in italiano con i figli.
Credo si debba ripartire anche da qui
(certamente non solo da qui!). Penso che se nelle famiglie si riprendesse a
parlare l’idioma dei singoli paesi, questo contribuirebbe a ricostruire l’identità
dei paesi, che può essere il valore aggiunta per dare una nuova prospettiva ai
paesi, e quindi alla Carnia come rete di paesi vivi con una loro identità.