martedì 6 novembre 2012

Non rottamate la Comunità Carnica!!!.


        Ai rottamati capita alle volte di soffermarsi a considerare ciò che stanno facendo i rottamatori. Mi sono trovato così ad immaginare l'entusiasmo con il quale i sindaci della Carnia in carica, stanno interpretando l'occasione storica che gli è dato a vivere: quella di poter immaginare e progettare la organizzazione della Carnia del futuro. Li immagino intenti a trarre insegnamenti dalla storia, riandando ad esempio a come ci si stava organizzando in Carnia, prima che arrivassero gli udinesi ad imporre la Repubblica Partigiana del Friuli.  
         I Cln comunali che si raggruppavano nei Cln di vallata, per poi dar vita al Cln della Carnia. Un modello a tre livelli ancora riproponibile, distinguendo le competenze a livello di municipio, di vallata e di comunità. Un modello che sarebbe ancora attuale soprattutto se, il livello superiore, come già proponeva Aulo Magrini in “Pro Carnia” fosse riservato ad affrontare le problematiche dello sviluppo del territorio. Una comunità quindi che assorbe tutti i Consorzi, da quello industriale a quello dello sviluppo turistico, a quelli legati all'agricoltura, assumendo come mission lo sviluppo economico del territorio. Una Comunità che ad un tempo gestisce il tema dell'energia, come quello dei Musei, i capannoni industriali come il turismo e la cultura.   
   Una comunità che acquisisce competenze dalle sopprimende Province, come quelle sulla viabiltà intercomunale, sulla edilizia scolastica ecc. Una comunità snella, con un consiglio formato dai Presidenti delle cinque unioni di vallata, che a turno fanno anche i Presidenti della Comunità, e una Assemblea dei Sindaci a scopo di indirizzo e di controllo.
      L'occasione mi pare storica per i sindaci perchè hanno la opportunità di ripensare l'organizzazione alla luce delle opportunità che vengono loro offerte dallo sviluppo della telematica.
Ci sono già città che si stanno proponendo come smart city, immagino i sindaci quindi, soprattutto quelli più giovani, intenti a sviluppare l'idea della smart comunità.Una comunità intelligente perchè sa utilizzare con intelligenza le opportunità che la tecnologica offre per migliorare i servizi e la qualità della vita delle persone. Il front office, (lo sportello del cittadino) in ogni Comune, o meglio in ogni casa tramite internet. Il back office invece (il luogo di lavoro dei dipendenti) trasferito nei Comuni periferici, come modello anche per le aziende per lo sviluppo del telelavoro, quale modalità alternativa per lo sviluppo dei territori montani.Il tutto a froonte d'un massiccio investimento per la diffusione della banda larga, come premessa per fare della telematica la strada per lo sviluppo dei servizi di prossimità che rendono più facile la vita in montagna, telemedicina, teleassistenza e teledidattica (un capannone in meno, ma ogni aula con la Lim ed ogni scolaro/studente con il tablet, in un sistema scolastico in rete!).
      E il difficile rapporto tra Tolmezzo e la Carnia? Nella logica della mia riflessione si potrebbe per paradosso pensare alla eliminazione degli attuali uffici centrali. La Presidenza intinerante potrebbe portarsi al seguito gli stessi uffici di presidenza. Del resto il problema di Tolmezzo è quello di far vivere la periferia: far morire il territorio per diventare il capoluogo d'un territorio morto non ha nessun senso!
      I rottamatori penseranno che i rottamati la fanno fin troppo facile... In effetti in passato ero arrivato persino a pensare che si potesse immaginare un Comune Carnia con 28 Municipi riuniti in Unioni di municipi di vallata. Penso che ci vorrà ancora qualche generazione perchè si arrivi a tanto, ma nel frattempo mi auguro che almeno non si rottami il termine Comunità Carnica, un nome storico, nato dalla lungimiranza dei padri fondatori, ben prima delle comunità montane. Mi auguro che i rottamatori si rendano almeno conto che tra Comunità e Unione di Comuni, c'è più o meno la stessa differenza che esiste tra matrimonio e unione matrimoniale. La differenza non è solo nominale! Nomen est omen...
Igino Piutti già Sindaco di Tolmezzo.

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