giovedì 21 giugno 2012

Libertà: valore nato dalla Resistenza.


 A Federico Vincenti Presidente dell'ANPI provinciale.
(a margine dell'incontro a Paularo per la presentazione del DVD di Ariis - Stefanutti  sulle stragi nelle malghe di Paularo)
Mi dispiace di non aver potuto replicare al suo intervento alla presentazione a Paularo del Dvd “Il sangue degli innocenti”. Le avrei voluto dire che non si possono considerare “ambienti ostili ai valori della Resistenza” quelli che stanno cercando la verità sulla Resistenza. Le avrei detto che nella Resistenza si devono separare i valori dai fatti. Mettere in discussione i fatti non è mettere in discussione i valori. Il primo valore della Resistenza, se non vado errato, è proprio quello della libertà. Libertà quindi prima di tutto di ricerca, anche e proprio a partire dai fatti della Resistenza. E proprio sulla base del valore nato con la Resistenza della libertà nella accezione di Voltaire: “Non approvo quello che dici ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo”. Se con le querele, come anche da lei ipotizzato, attribuiamo a un magistrato che nulla sa della storia, il potere di decidere sulla verità dei fatti della Resistenza, che libertà è mai quella che ci è venuta per merito e con il sacrifico degli eroi della Resistenza? Le semplificazioni sono contro la verità: non si può dire che sono stati buoni i partigiani e cattivi i fascisti. Ci sono stati partigiani eroi idealisti, ed altri meno (per usare un eufemismo!), ci sono stati fascisti spietati ed altri che si sono comportati da persone perbene.
Mi il problema della verità è forse un altro! E' che nell'humus della storia passata. si devono affondare le radici della prospettiva per il futuro. Non ci può essere futuro, se non si parte dalla verità sul passato. Il fatto che a presentare il filmato sia stata l'Anpi di Udine, mi ha fatto riandare a quando, come scrive Lizzero, “furono le grosse personalità politiche del piano che salirono in Carnia” a costituire la Repubblica Partigiana del Friuli (non della Carnia!). Forse è proprio lì che sono cominciati i nostri problemi. Ci è stata propinata una storia che non era la nostra e ci è stato impedito di costruirci il nostro futuro. Con buona pace degli udinesi, vorremmo “tornare alla storia” cercando la verità sui fatti, non per smentire o denigrare qualcuno, o per inutile curiosità, ma perchè nella verità dei fatti vorremmo trovare la verità delle cause, la verità dei perchè.
Forse non esiste la verità. Ma già il desiderio di ricercarla è un valore...anche questo nato nella Resistenza. Ci sia consentito di realizzarlo, senza mettere di mezzo la magistratura ad impedire la ricerca, proprio per rispetto di quanti sono caduti per il loro desiderio di verità e di libertà. Non so se la verità sul sangue degli innocenti dell'eccidio delle malghe carniche o del sabato di sangue nella Valle del But, sia quella della importante ricostruzione fatta da Stefanutti-Ariis, o quella i Natalino Sollero o Nazario Screm. Forse nessuna delle tre! Ma con il loro impegno queste persone ci aiutano ad avvicinarci alla verità. Credo non sia neppure importante raggiungerla, la verità. Più importante sentire la necessità di cercarla. La libertà deve essere bisogno di verità...  

4 commenti:

De bello carnico ha detto...

L'intervento è stato citato anche sul Blog "Vicende di guerra, tra Carnia e Gemonese":

http://gemonese4445.blogspot.it/2012/06/presentato-paularo-carnia-1944-il.html

dino ariis ha detto...

Voglio precisare che il filmato proietttato a Paularo è una produzione indipendente, l'Anpi ha preso visione del filmato solo di recente per cui non è stato sponsorizzato da nessuno, è stato autoprodotto come tutti i precedenti, non ha ricevuto alcun sostegno economico ne morale , se non un sostegno d'interesse da parte dell'università di Udine per la raccolta di documentazione storica presso gli archivi austriaci spesso imnterdetti ai più, realizzata in piena autonomia dal sottoscritto e in parte da Pieri Stefanutti.Il coinvolgimento dell'Anpi è avvenuto per volontà di soggetti locali che hanno voluto coinvolgere l'Anpi per motivi di presumibile convenienza e visibilità. Altri filmati realizzati in precedenza sono sempre stati proiettati in assoluta autonomia, tra un generale disinteresse istituzionale per le tematiche affrontate ( strage di avasinis, torlano, pramosio, repubblica di ampezzo). Il mio lavoro è assolutamente individuale, anche se qualche contatto con l'Anpi lo conservo per rispetto alla memoria di mio padre, alpino in yugoslavia, poi partigiano e poi emigrante per oltre 40 anni ,all'estero. Nei miei filmati non si troverà mai alcuna partigianeria, nonostante la mia identità ideologica non sia così oscura. Ritengo però che la magistratura ci possa stare se le ricostruzioni storiche accusano soggetti precisi di azioni delittuose senza poi fornire prove precise o documentali in merito e questo è un diritto dei parenti delle persone coinvolte, nel pretendere una verifica delle accuse e delle prove al fine di salvaguardare l'onore dei propri cari estinti accusati. Pirina non è stato condannato per una causa intentata dall'Anpi, ma dai parenti e da soggetti che lui aveva accusato di essere infoibatori, mentre dalle udienze è emerso che le sue prove storiche erano nulle. Lo stesso vale per Conedera che è stato denunciato non dall'Anpi ma da Giulio MAgrini, figlio di Aulo, vittima anch'esso di una speculazione storica di basso profilo. Nella ricostruzione di Paularo c'è una accusa precisa mossa a partigiani locali che è quella di strage di innocenti, non di aver rubato galline fagioli formaggio mucche o pecore, ma una accusa tanto grave che dovrebbe essere provata con argomentazioni pubbliche. La visione delle prove di queste accuse gravissime viene impedita agli altri ricercatori, non solo al sottoscritto e a Pieri Stefanutti, ma a quanto risulta anche ad esempio a Pier Arrigo Carnier. é abbastanza strano che gli archivi parrocchiali, nei quali si dice vengano custodite queste prove, vengono interdetti a chiunque chieda per interesse storico di poterle verificare , mentre all'ex sagrestano di PAularo tutto è stato consentito. Le prove storiche devono essere messe a disposizione dei ricercatori per una verifica dell'attendibilità delle stesse, se questo non avviene nasce il sospetto che tali prove non esistano o che siano un costrutto strumentale. Noi invitiamo nuovamente il parroco e l'ex sacrista ad aprire i loro archivi e ad esibire le prove di quanto dichiarato nel libro edito di recente a Paularo, poi i parenti degli accusati faranno quello che riterranno opportuno per salvaguardare la dignità delle loro persone care estinte.
Distinti saluti

Ariis

fulvio segalla ha detto...

più che legittimo consegnare queste prove storiche e accertare tutta la verita.non si puo lasciare ancora nel dubbio tante persone,forse alcuni sono stati accusati ingiustamente,chi lo sa .ecco perchè chi è in possesso di certe prove le deve mettere a disposizione dei ricercatori.se cio non avenisse ecco che rimane sempre il sospetto.

Anonimo ha detto...

Federico Vincenti-partigiano traditore- ha combattuto per Tito per dare l'Istria alla JHugoslavia!!! Vasco Vascon