venerdì 31 dicembre 2010

Angelin Alfeo

E’ morto Alfeo Angelin. Mio collaboratore come assessore in Giunta a Tolmezzo, ma soprattutto storico Presidente delle Casa di Riposo. Non so cosa dice la cabala sul fatto di chiudere l’anno partecipando ad un funerale. Ma è certamente una circostanza che fa pensare, che porta a tirare un bilancio su quelli che sono e sono stati i rapporti con le persone che l’avventura della vita ti ha fatto incontrare. Che cosa mi è rimasto del rapporto con Angelin? Tanti ricordi. Di quando confrontavamo le nostre infanzie di contadino in montagna io, di contadino nella pianura friulana a Budoia lui. Di quando sulla sua barca cercava, invano, di farmi apprezzare la bellezza del mare. Ma i ricordi sono come le onde che vedevamo morire sulla battigia della spiaggia di Lignano. I ricordi muoiono, resta invece il segno di ciò che ti ha dato una persona..
Da lui, più che da ogni altro, ho imparato la differenza tra essere e fare! Si può fare i Presidenti della Virtus o esserne, si può fare i Presidenti della Casa di Riposo o esserlo. E la differenza non è solo linguistica. Chi è Presidente e non lo fa soltanto, è uno che si lascia prendere dal suo incarico. Preso lui nel profondo della sua umanità, riesce a coinvolgere anche altri, riesce a creare attorno a sé un atmosfera. Può essere soltanto l’atmosfera entusiastica di persone che trasformano una squadra di calcio in un simbolo di identità, come è stato per la Virtus. O in modo più importante l’atmosfera che respira il valore della solidarietà e che può trasformare una casa di riposo da un luogo di assistenza per anziani, in una famiglia allargata nella quale gli anziani vivono una nuova esperienza di umanità.
Se fai il Presidente soltanto, lo puoi fare con più o meno professionalità, ma se sei Presidente porti nella carica tutto te stesso, con i tuoi valori e i tuoi idealità, con la tua passione e i tuoi sentimenti e lasci un segno... Il segno che ha lasciato Angelin nella Casa di riposo di Tolmezzo, Il segno che con il suo esempio ha lasciato nell’esperienza di vita di chi l’ha conosciuto.